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"E non è la prima volta". Una pandemia ancora ha colpito, e ci siamo confrontati con l'impotenza, quasi increduli che all'improvviso lo spettro del morbo ha rivelato una fragilità che nessun progresso può modificare. Le narrazioni e le immagini dell'arte possono trasformare lo sgomento in riflessione e avviare un necessario cambiamento della nostra "visione del mondo". Quelle che credevamo fantasie allucinate abbiamo scoperto essere più che mai attuali, quasi si confondono con gli scatti dei fotografi e le riprese trasmesse dagli schermi televisivi, hanno eguale fisicità e crudezza, e anche la stessa funzione nell'aiutarci a sciogliere la paura. È il percorso scelto dagli autori: non sistematico, associando liberamente emozioni e figure, cogliendo di ogni stagione inquietudini e interrogativi: dal Medioevo europeo alle "pesti" di Lombardia, quella di San Carlo e di Federigo Borromeo di manzoniana memoria, dall'influenza spagnola alle fantasie malate della Sezession mitteleuropea, fino ad arrivare alle ipertecnologiche ricostruzioni visive del SARS-CoV-2 che danno un volto al famigerato "nemico invisibile". Un piccolo livre de chevet, per ricordarci che nulla sarà più come prima.